“Un essere umano comunica sempre e comunque anche quando non parla, anche quando sta semplicemente passeggiando o resta fermo a guardare un panorama.

Il modo di guardarsi attorno e i suoi movimenti ci fanno capire le sue emozioni.

La mia arte nasce dalle emozioni vissute e scaturite da ciò che mi circonda.”

antonio cesare

Forse erano altri tempi, ma ricordo che già all’asilo i nostri giocattoli erano pastelli a cera, carta velina e colla vinilica. Sui muri c’erano appesi dei quadretti con delle figure rappresentanti animali con sotto lettere dell’alfabeto, io chiedevo sempre alla maestra di prenderli e appoggiarli sul banco per poterli copiare.

A mia madre le maestre dicevano che sarei diventato un’artista da grande.

Alle elementari mio padre, veniva chiamato per costruire il palco per le recite, essendo lui falegname e le maestre volevano che io lo aiutassi per la scenografia perché avevo grandi idee ed insistevanoaffinchè io disegnassi gli sfondi.

Sin dalle medie venivo contattato per creare letterine ed abbellirle con disegni vari. Il professore mi chiamava in altre classi per disegnare gli esempi per gli altri alunni alla lavagna.

Non andavo bene a scuola, non gli ho mai dato tanta importanza, mi mancavano voglia ed interesse.
Scelsi di proseguire per la scuola superiore d’arte ma sbagliai l’indirizzo di specializzazione: “Grafica pubblicitaria e fotografia”.

Anni buttati, perché di arte non ho studiato nulla, solo tecniche di grafica. Le uniche materie che amavo erano “Disegno dal vero” e “Plastica”, materie nelle quali eccellevo perché si trattava per la maggior parte di scolpire e inventare installazioni.

Continuavo a non trovare interesse e arrivò un’altra bocciatura.
Mi convinsi così di finire la scuola per rispetto dei miei genitori. Con sforzi e sacrifici mi diplomai col voto di 72/100.

Dopo il diploma, a 20 anni, con l’aiuto di mio padre aprii un piccolo laboratorio di arte su materiali, grazie alle sue conoscenze con architetti iniziai a fare piccoli lavoretti su commissione, per lo più si trattava di disegnare su vetri o porte di armadi o pareti di saloni.

Non mi dispiaceva come lavoro, ma dopo un pò arrivo la cartolina del militare.

Appena arrivai a Cassino e si accorsero della mia passione, mi misero a dipingere la caserma pagandomi in licenze. Otto mesi dopo ritornai a casa e ritrovai il mio laboratorio trasformato in una merceria da mia madre, così decisi di accettare un lavoro da carpentiere navale.

Feci una piccolo salto di carriera da magazziniere a montatore di arredamento, ma la mia passione era di disegnare i miei colleghi sulle murate della nave, così il capo si accorse della mia bravura e mi promosse rifinitore. A quel punto armato di pennelli e stecche andavo sugli yacht finiti e pronti per il varo a rifinire i dettagli.

Non ero contento, anzi ero per lo più insoddisfatto. Soffrivo di mal di testa, non riuscivo a sfogare la mia voglia di dipingere, approfittavo delle pause e dei momenti passati in auto nel traffico nel tragitto del rientro a casa, per abbozzare le mie opere.

Successe pure che i miei amici mi chiedevano spesso disegni per i loro tattoo, così incuriosito mi informai sulle tecniche e sui modi, e scoprii un mondo affascinante, pieno di varietà, dai disegni più semplici fino ad arrivare a vere e proprie opere d’arte su pelle.

Mi iscrissi al corso nel 2012 e iniziai a tatuare in uno studio subito dopo averlo concluso. Quattro mesi dopo capii che quello era il mio futuro. Aprii subito un mio studio, poi un altro e un altro ancora ed iniziai a girare l’Italia e l’Europa. Andai in avanscoperta di nuove tecniche, giravo per Convention e studi di amici-colleghi, fino a che capii che non mi bastava più….e così tutt’oggi.

Cosi nel 2020 dopo il lock down causato dalla pandemia del Covid-19 ho deciso di aprire un mio laboratorio d’arte, dove poter fare diverse discipline tutte in un solo posto e di ritornare alla mia vecchia passione….dipingere e creare installazioni d’arte.

è difficile entrare nella testa di un espressionista, capire cosa vuole dire con macchie e linee c'è da impazzire, ma se gli chiedi di esprimere i sentimenti a parole riceverete silenzio
Antonio Cesare

Nato a Napoli nel 1980,  Antonio, propone sempre le sue creazioni con grande umiltà e dedizione ma anche con un grande senso auto-critico.

L’artista spazia dalla pittura su tela ad altri materiali con diverse tecniche ad opere murarie in diverse città d’Italia.

Realizza vere e proprie lavorazioni artistiche grazie all’utilizzo di diverse materie: legno, creta, ferro e plastica le quali vengono sapientemente plasmate per nascere come vero e proprio “corpo” imprigionato nell’anima della materia stessa.

L’astratto si trasforma così in concretezza.

Antonio non è digiuno da esperienze artistiche ed è sempre alla ricerca di nuove idee, nuove sfide per dare sfogo alla sua natura….al suo modo di percepire il mondo circostante e saperlo trasformare in sensazioni ed emozioni.

È consapevole di essere prigioniero dell’arte e di esserne pure dipendente.